L’Automobile Club d’Italia: organo di raccordo tra FIA e Stato

Abstract

Dopo aver svolto una serie di brevi cenni storici, vengono analizzate le funzioni dell’Automobile Club d’Italia, organo che si pone in due diverse dimensioni, una di natura nazionale e statale e una di carattere internazionale. Un dualismo che crea opportunità e svolge funzioni di fondamentale importanza per entrambe le parti ad esso legate.


Introduzione

Fin dalla sua nascita come Automobile Club di Torino nel 1989 e, successivamente, con la sua trasformazione nel 1905 in Automobile Club d’Italia, esso è l’ente rappresentativo dell’automobilismo per il nostro Paese. La sua evoluzione nel corso dello scorso secolo è stata significativa e pertanto merita una menzione.

Il fervore iniziale intorno a questo ente viene bruscamente fermato nel 1914 dallo scoppio della Prima guerra mondiale, che ne sospende le iniziative e la crescita fino al 1922. Negli anni successivi il numero degli associati cresce però vertiginosamente. Nel 1926 viene trasformato in ente morale da una legge di stato che inoltre gli attribuisce il carattere di “Reale”, derivato dal patrocinio diretto della corona. Altro evento significativo nella sua storia, guardando il prestigio e il lustro che tale scelta ha portato all’Italia e al suo automobilismo sportivo, è ravvisabile in quanto avvenuto nel 1934, quando si decise di salvare l’autodromo di Monza dal fallimento. Il momento però di maggiore crescita è legato al periodo del cosiddetto “boom economico” nel nostro paese. In quel periodo, in correlazione con l’aumento dei possessori di autoveicoli, l’ACI passo da 43 mila associati a ben 305 mila. Merita inoltre di essere ricordato il 1950, anno nel quale il CONI riconobbe ACI quale sua Federazione sportiva dell’automobilismo. Questo riconoscimento sarà poi seguito nel 1978 da quello della Fédération Internationale de l’Automobile, che simboleggerà il coronamento di un percorso durato quasi cento anni.

Oggi esso rappresenta una federazione di ben 103 Automobile Club diversi sparsi sul nostro territorio, ed è un ente pubblico non economico senza scopo di lucro, cioè un ente attraverso il quale si esplica l’azione della Pubblica Amministrazione, ma che non svolge un’attività con finalità di lucro, non rientrando quindi nel regime privatistico.

 

Le funzioni

L’ACI rappresenta e tutela gli interessi generali dell'automobilismo italiano, del quale ne promuove e favorisce lo sviluppo. Dal punto di vista pubblicistico essa svolge principalmente tre mansioni; la prima è la gestione del P.R.A., ossia il Pubblico Registro Automobilistico che, in base al Codice civile, assicura la certezza e la sicurezza della circolazione giuridica dei veicoli, assolvendo alla funzione di pubblicità legale. La seconda funzione è la riscossione per conto delle province dell’I.P.T., cioè l’Imposta Provinciale di Trascrizione, dovuta alla provincia per la maggior parte delle richieste presentate al PRA e che rappresenta una parte del gettito a disposizione di quest’ultime. La terza ed ultima funzione, è rappresentata dalla gestione delle tasse automobilistiche regionali, attraverso l’erogazione dei servizi di riscossione e controllo per conto di Regioni e Province autonome, sulla base di apposite convenzioni. Tra gli altri scopi, latamente pubblicistici o comunque pubblicistici, ma con minor rilevabilità dal punto di vista fattuale rispetto ai tre citati precedentemente, va evidenziato il ruolo svolto nell’incentivazione della sicurezza stradale, il cui miglior esempio è rappresentato dall’ introduzione dei crash test EURONCAP e nella promozione del turismo attraverso l’automobilismo, di cui un risultato tangibile è rappresentato dal sito internet “Viaggiare Informati”, creato dall’ACI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri.

Oltre agli scopi pubblicistici, vengono alla luce, inoltre, le finalità derivanti dall’essere parte di una Federazione Sportiva Internazionale. Questa commistione tra obbiettivi pubblici e obbiettivi derivanti da una FSI non possono che far nascere una duplice natura in tale organismo che, però, non porta necessariamente ad una conflittualità, considerando soprattutto la distribuzione dei ruoli e delle competenze molto particolareggiata, che porta la stessa ACI a parlare di sé come un network.

Analizzando successivamente questo secondo ruolo svolto da tale organismo, esso è rafforzato dal riconoscimento ottenuto dalla FIA che la nomina: «unica Autorità nazionale in Italia per lo sport automobilistico». Per il raggiungimento di questi scopi essa si serve di diversi apparati, i quali ricoprono specificamente una determinata mansione. Un esempio a tal riguardo è ACI Sport S.P.A., ex C.S.A.I. La Commissione Sportiva Automobilistica Italiana o CSAI era sino al 2012 l'organismo interno all'Automobile Club d'Italia (ACI) che sovrintendeva le competizioni sportive, in collegamento con il CONI e la FIA. Era un Organo permanente dell’Ente a cui era garantita piena autonomia normativa e finanziaria. Quale esponente del CONI, l’Ente interveniva anche nella formulazione dei regolamenti e delle normative tecnico-sportive, nel controllo delle manifestazioni e nel rilascio delle licenze sportive. Dal 2012 le sue funzioni sono state assorbite dall'ACI, che le gestisce sotto il "brand" ACI Sport. Essa è una società per azioni, nata con lo scopo di promuovere l'attività sportiva automobilistica nazionale, principalmente attraverso attività di promozione, comunicazione e valorizzazione dei Campionati da essa organizzati. Inoltre, si occupa di siglare l’accordo con FIA e Formula One Management per lo svolgimento del Gran Premio d’Italia[1]. Tale ruolo nel palcoscenico internazionale viene inoltre arricchito tramite una partecipazione attiva alle iniziative dell'Ufficio FIA a Bruxelles, ed attraverso dialoghi quotidiani con le massime istituzioni europee.

Appare dunque evidente come questa doppia funzione giovi sia all’ACI stessa, in termini di prestigio e funzioni, sia alle parti che esso rappresenta, cioè FIA e Stato. Il suo punto di forza è infatti proprio quello di svolgere la mansione di anello di congiunzione tra queste due entità, ruolo che permette di generare sinergie singolari, con risvolti economici e sociali particolarmente rilevanti.

 


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