Mercedes vs. Redbull e le ali flessibili. Corsi e ricorsi storici nelle lotte politiche in Formula 1
Abstract
Attraverso un’analisi di alcuni casi passati di lotte tra scuderie al di fuori della pista, si cerca di comprendere come la vicenda legata alla questione delle ali posteriori flessibili tra Mercedes e Red Bull possa evolversi e concludersi.
Premesse storiche
La Formula 1 rappresenta l’apice del Motorsport, la vetta
più alta nel quale poter competere in ambito automobilistico. Ciò, oltre a
garantire un enorme prestigio a chi vi partecipa comporta anche una serie di
conseguenze. È lapalissiano, infatti, comprendere come dietro una competizione
di cotanto rilievo è impossibile non considerare gli interessi di natura
economica e commerciale che ne conseguono. Oltre ad essi, o forse naturale
conseguenza di questi ultimi, ci sono interessi di natura politica, legati alla
volontà di rendere la propria voce la più determinante in caso di contrasti
legati a vicende di pista e regolamentari. Quanto premesso porta spesso a lotte
di carattere non solo sportivo ma anche politico che finiscono spesso per
giungere nei tribunali FIA e non solo.
Quanto sta accadendo tra Mercedes e Red Bull, non è
nient’altro che l’ennesimo caso in cui si cerca di far valere il potere
politico di cui si dispone, al fine di ottenere il massimo vantaggio in pista.
Sono tanti gli esempi da poter addurre, con l’obiettivo di far emergere tale
ciclicità degli eventi, che in ossequio a quanto detto dallo storico e filosofo
Giambattista Vico, non fa nient’altro che seguire una ciclicità che si presenta
attraverso corsi e ricorsi storici[1].
A questo punto è giusto riportare alcuni esempi di quanto
prima esposto, cercando di limitarli però ai tempi più recenti, per non
appesantire con eccessivi richiami storici la trattazione. Meritano una citazione
le controversie legate alle sospensioni attive usate da Williams nel 1992 e
tutta la polemica inerente i doppi diffusori nel mondiale 2009, collegato
inevitabilmente al nome della Brawn GP. Passando però a casi più moderni, il
nome a finire più spesso nel mirino è proprio quello dell’accusatore odierno,
cioè quello della Mercedes. Ovviamente tale questione è legata all’egemonia che
il gruppo tedesco è riuscito ad imporre nel corso degli ultimi sette anni. Il
caso più recente legato alle frecce d’argento è quello del sistema DAS[2], un
sistema che, sfruttando alcune aree grigie del regolamento, era stato fatto
debuttare nei test pre-stagionali del mondiale 2020, generando subito un gran
numero di polemiche e ricorsi. La faccenda si concluse con la decisione di
permettere l’utilizzo di questo sistema per la stagione in corso, bandendolo a
partire da quella successiva. Questa scelta aveva lo scopo di non far cadere
nel nulla l’investimento svolto da Mercedes per lo sviluppo di questo
dispositivo, tale decisione però ha avuto delle conseguenze non marginali. Ciò
ovviamente è legato al fatto che, permettendone l’utilizzo solo per un anno, la
FIA ha creato un forte deterrente verso le altre scuderie nello sviluppare un
sistema analogo, garantendo altresì un vantaggio importante alla casa di
Stoccarda.
Il caso Mercedes-Red Bull
La vicenda in questione, invece, vede come scuderia al
centro delle polemiche la Red Bull che, secondo quanto riportato da Mercedes,
sta utilizzando delle ali posteriori non regolamentari. Questa difformità viene
rilevata nel fatto che le ali tendono ad essere troppo flessibili, superato un
certo livello di carico. Tutto fa leva però su due questioni, una di natura
regolamentare ed un'altra di carattere tecnico.
La prima fa riferimento all’art. 3.9.6[3]
del regolamento tecnico attuale, il quale espone il modo in cui verificare la
conformità di questi componenti attraverso alcuni test statici, in cui viene
applicata una forza di 500 Newton. Tali test, essendo statici, non permettono
di verificare la flessibilità oltre il livello di carico previsto e quindi ciò
rende questo componente prettamente conforme al regolamento. Appurato ciò,
bisogna considerare perché Mercedes abbia deciso di scatenare questo polverone,
invece di cercare di costruire un sistema analogo. La risposta a tale questione
è ravvisabile nella struttura delle due vetture. La monoposto Red Bull utilizza
un tipo di assetto denominato “Rake”, che permette di trarre da una soluzione
del genere un vantaggio ben più marcato rispetto a quello che riuscirebbe ad
ottenere Mercedes implementando lo stesso sistema. Attraverso una protesta, la scuderia
tedesca riuscirebbe quindi ad ottenere ben due vantaggi in un solo colpo,
indebolire un avversario e non dover investire su una nuova soluzione che, al
netto dell’introduzione del cost cap[4], comporterebbe
la destinazione di fondi previsti per altri scopi su questo progetto.
Probabili evoluzioni
Alla luce del prossimo Gran Premio previsto a Baku, non
si può che immaginare un inasprimento della questione e un probabile ricorso
alle corti FIA. Ciò perché su questo circuito il vantaggio di una soluzione di
questo tipo è molto importante, visto il lunghissimo rettilineo presente sul
circuito. D’altro canto, la federazione ha previsto che nuovi test entreranno
in vigore dal 20 giugno. A questo punto è inevitabile aspettarsi delle rappresaglie
nel corso di questo weekend di gara. Ma come potrà evolversi la situazione?
Cercando di tenere presente come la federazione si è
comportata in passato, ma allo stesso tempo il potere politico di cui gode Mercedes
attualmente, si possono svolgere diverse considerazioni. Innanzitutto, è
difficilmente possibile che la FIA usi lo stesso metro di giudizio utilizzato
con il sistema DAS, facendo slittare il tutto alla stagione successiva, anche
in considerazione dell’introduzione di nuovi test. Appare quindi maggiormente
probabile che questo sistema venga monitorato con molta attenzione, ma allo
stesso tempo non scompaia. Come avvenuto per le ali anteriori in passato,
sempre grazie ad un’intuizione Red Bull, questo tipo di sistema verrà solo
ridotto in termini di importanza, diventando comunque un’arma utile per tutte
le scuderie che vorranno approfittarne.
In conclusione, si può affermare che Baku sicuramente
porterà ad un forte inasprimento della questione, che probabilmente finirà nelle
corti FIA, potendo divenire la goccia che farà traboccare il vaso. Inoltre,
avremo modo di assistere all’ennesimo duello a colpi di recriminazioni ed
accuse, a cui il Circus è ormai abituato.
[1] G. Vico,
La scienza nuova, 1744.
[2] Il DAS o
Dual Axis Steering System è un sistema capace di consentire alla vettura
di ottenere una convergenza dinamica durante i suoi giri in pista.
[3] Art. 3.9.6, 2021 Formula 1
Technical Regulations, Fédération Internationale de l’Automobile, 2020.
[4] Per un
approfondimento a riguardo consultare il seguente link: https://www.4clegal.com/vivi-lacademy/nuovo-regolamento-formula-2021-transizione-verso-futuro-motorsport
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