Il contatto Verstappen-Hamilton nel GP di Monza 2021: dai fatti al regolamento. Una decisione giusta?

Abstract

Partendo da un’analisi di quanto accaduto nel GP di Monza tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, si cerca di vagliare la bontà della decisione dei commissari e fornirne una chiave di lettura alternativa, volgendo infine lo sguardo verso uno dei problemi maggiormente ricorrenti nel Circus.

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I fatti

È ormai lapalissiano come la rivalità tra Max Verstappen e Lewis Hamilton stia toccando apici che la Formula Uno non vedeva ormai da molto tempo. I battibecchi e le ostilità si fanno sempre più aspre, pungenti e sicuramente non finiranno per esaurirsi con quanto accaduto nell’Heineken Gran Premio d’Italia 2021, svoltosi come sempre sull’iconico circuito di Monza.

Il momento critico a cui si fa riferimento, si è verificato durante il giro 26, quando, i due piloti, si sono trovati appaiati in curva 1. Il pilota numero 44, in uscita dai box, si trovava in una posizione di vantaggio ma, nonostante ciò, ha lasciato lo spazio necessario alla vettura numero 33 per inserirsi.

Tale situazione ha poi portato a quanto avvenuto in curva 2. La monoposto guidata dall'olandese, il quale ha cercato di sfruttare al massimo l'occasione creatasi, è finita su un dosso utilizzato per evitare tagli di curva. Ciò ha causato un contatto con la vettura dell'inglese che, per l'effetto leva causato dal contatto a bassa velocità degli pneumatici, ha portato la Red bull di Max a carambolare sulla Mercedes di Lewis.

A questo punto prima di passare alle questioni regolamentari e bene analizzare come l'Halo, sistema di sicurezza voluto fortemente dalla Federazione, abbia ancora una volta svolto il suo ruolo, anche se, a voler essere obiettivi, la gravita dell'incidente potrebbe dipendere dall'Halo stesso che, ha "arpionato" la monoposto di Verstappen nella fiancata, facendola poi arrestare sulla vettura dell'inglese. Va detto però che è comunque preferibile tale situazione rispetto a quella, per fortuna, ipotetica nella quale tale dispositivo fosse stato assente.

 

Il regolamento

Partendo da quanto esposto, è bene analizzare ora ciò che è stato deciso dai commissari in merito all'accaduto. La decisione e le sue motivazioni sono rinvenibili nel documento 64, nel quale viene imputata a Max Verstappen la violazione dell’art.2, lett.d, capitolo IV, dell’allegato L dell’International Sporting Code, il quale recita testualmente:” Causing a collision, repetition of serious mistakes or the appearance of a lack of control over the car (such as leaving the track) will be reported to the Stewards and may entail the imposition of penalties up to and including the disqualification of any driver concerned[1]. La motivazione esposta per giustificare tale violazione si sostanzia nel fatto che la vettura n.33 non sia mai andata oltre la ruota anteriore del suo avversario, non potendo quindi appellarsi allo spazio che ogni pilota dovrebbe concedere in caso di tentativo di sorpasso. Sicuramente l’interpretazione e la violazione contestata rientrano nella discrezionalità che spetta ai commissari ed è conforme a quanto previsto dal regolamento.

È opportuno fornire, però, un’interpretazione alternativa dei fatti, riscontrabile dalle evidenze a disposizione nel caso di specie[2]. Si può infatti constatare dall’onboard di Max Verstappen come il pilota, approcciando curva 2, cerchi di restare nei limiti della pista e al contempo sterzi, prima di impattare il dosso, nella convinzione di riuscire a completare la curva. D’altro canto, Hamilton, che dapprima aveva concesso lo spazio in curva 1, decide di non fare altrettanto. Episodio paragonabile a quanto accaduto in curva 4 e 5 durante il primo giro, sempre tra i due piloti citati ma a parti inverse, esattamente come il finale, il quale ha visto Hamilton tagliare sui cordoli gialli e rientrare in pista. A tal proposito va sottolineato come l’ottimismo di Verstappen abbia creato un cocktail esplosivo, unito all’aggressività del suo rivale e ai cordoli rialzati, che già in passato erano stati responsabili, sempre qui a Monza, di episodi ben più spiacevoli, per fortuna senza conseguenze[3].

 

Una Decisione giusta?

Si può quindi considerare la decisione presa dai commissari come giusta? La risposta è sì, alla luce del regolamento, del margine di discrezionalità a loro concesso nel valutare questi episodi e dei precedenti analoghi. Bisogna però aggiungere che, anche se corretta, poteva esserci una decisione migliore. Va ricordato che l’incidente che vide coinvolti gli stessi due piloti a Silverstone, anche se diverso come fattispecie, viene comunque a sussumersi nella violazione del medesimo articolo già citato in precedenza, in quel caso la penalità non fu gradata in maniera proporzionale alla manovra compiuta dal pilota.

Per questo forse sarebbe stato maggiormente opportuno considerare questo episodio quale “incidente di gara”, non attribuendo sanzioni ulteriori a quelle previste per le superlicenze, in combinato con una sanzione economica. Le tre posizioni di penalità assegnate all’olandese sono divenute inoltre, per Red Bull, un’occasione per sostituire il suo motore e poter così far diventare tale penalità inefficace ai fini sanzionatori. Questo perché, in caso di sostituzioni di componenti che comportino una penalità maggiore di 15 posizioni, il regolamento prevede la partenza dal fondo della griglia. Ciò, quindi, fa emergere ancora una volta, come esistano ancora alcune zone grigie e che esse possono capaci addirittura di neutralizzare penalità inflitte dai commissari.

 A tal proposito è d’uopo concludere sottolineando come sia necessario, ancora una volta, intervenire, cercando di porre fine, o realisticamente almeno ridurre, quest’eterna sfida che ha sempre condizionato la Formula Uno, tra chi scrive i regolamenti e chi cerca sempre un modo per incunearsi in quelle pieghe che sembrano sempre di più inevitabili.



[1] “Causare una collisione, la ripetizione di errori gravi o la comparsa di una mancanza di controllo sulla vettura (come, ad esempio, lasciare la pista), saranno segnalati ai commissari e possono comportare l'imposizione di penalità che raggiungono e comprendono la squalifica di qualsiasi pilota interessato”. Art.2, lett.d, capitolo IV, allegato L, International Sporting Code, Federation Internationale de l’Automobile, 2020.

[2] Tra le prove analizzabili risulta assente l’onboard di Lewis Hamilton.

[3] Si fa riferimento all’incidente occorso al pilota Alexander Peroni nella gara di Formula 3 svoltasi a Monza nel 2019.


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